Modificato il: 25/02/2020
Scopri la legislazione sulla marijuana in Oregon. L’acquisto e le consegne a domicilio di cannabis light (e non) sono legali?
Ti piace viaggiare ma, essendo un consumatore di cannabis, vorresti conoscere la normativa sulla marijuana nei vari Paesi?
Ottima idea: meglio essere informati che rischiare sanzioni pecuniarie o altri provvedimenti!
In questo articolo, dopo averti parlato delle consegne di cannabis legale a Milano e in tutta Italia, nonché della marijuana in Regno Unito e in Alaska, vogliamo informarti sul consumo di erba in Oregon.
Non vedi l’ora? Iniziamo subito!
Produzione di marijuana in Oregon
La legalizzazione della marijuana porta a un aumento smisurato del suo consumo?
Non è proprio così, e questa convinzione è stata ampiamente smentita dall’Oregon, Stato federato degli Stati Uniti d’America, in cui la commercializzazione della marijuana è legale (così come lo sono il suo acquisto e la consegna a domicilio).
In questo Paese si è verificata una sovrapproduzione pazzesca, la quale non è stata minimamente bilanciata da un aumento del consumo di cannabis, rimasto pressoché invariato. Il mito è sfatato!
La sovrapproduzione di cannabis in Oregon ed i relativi provvedimenti
Partiamo col dirti che la sovrapproduzione di marijuana avvenuta in Oregon nel 2018 basterebbe a coprire il fabbisogno…dei prossimi sette anni!
Nel 2018 difatti sono state prodotte quasi 600 tonnellate di infiorescenze a fronte di un consumo di circa 75 tonnellate. Da questi dati si può evincere chiaramente come le scorte accumulate siano davvero eccessive per il solo Stato.
Ovviamente lo Stato dell’Oregon è dovuto correre ai ripari, cercando di tamponare quella che può essere definita come la prima crisi del mercato della cannabis, quella da sovrapproduzione, con una misura approvata dal senato: non verranno più rilasciate licenze per i prossimi due anni, in modo da limitare la produzione.
Nessuna ulteriore misura invece è stata, almeno per il momento, presa per quelle aziende agricole che già operano nel mercato ed in regola con i permessi.
Marijuana in Oregon: cenni storici e dinamiche di mercato
Karl Marx, già nel 1800, spiegò molto bene quello che può avvenire in seguito a una crisi generata da una sovrapproduzione.
In qualsiasi ambito di un mercato capitalistico, quando la produzione supera di gran lunga la domanda si crea una sorta di effetto domino.
I produttori difatti, costretti ad eccessive scorte invendute, si ritrovano tra le mani un aumento dei costi a causa dello stoccaggio delle merci, e soprattutto con un esubero di personale rispetto alle reali necessità.
La prima conseguenza assolutamente logica di questa situazione, è il crollo dei prezzi.
I produttori difatti, pur di riuscire a vendere le scorte accumulate e recuperare denaro, si troveranno in competizione fra di loro abbassando (facendo in realtà crollare) i prezzi.
Nel caso specifico della marijuana in Oregon, un anno fa era venduta con un prezzo compreso fra gli 8 e i 10 dollari. Ad oggi, a distanza di pochi mesi, il prezzo di commercializzazione all’ingrosso, si aggira attorno ai 4 dollari.
La seconda conseguenza, quella in realtà più disastrosa, è la scure che si sta abbattendo sui lavoratori, vittime di licenziamenti.
Le aziende più piccole e deboli economicamente inoltre sono sull’orlo della bancarotta a causa di questa crisi che, almeno al momento, non fa intravedere delle rapide soluzioni.
Persino gli investitori stanno facendo un dietro-front repentino, dopo che negli anni passati, credendo di trovarsi di fronte al nuovo oro, avevano aiutato a far decollare moltissime start-up con la speranza di vedere moltiplicati i loro investimenti.
L’esportazione illegale di cannabis
In aggiunta a questa già di per sé disastrosa situazione c’è il fatto che, pur seguendo le stesse regole di un mercato tradizionale, quello della cannabis in realtà non lo è!
Negli Usa, difatti, le esportazioni di marijuana sono illegali (quantomeno fino al momento in cui non verrà scritta una nuova legge in merito), portando ad un’ovvia conseguenza: le scorte possono solo aumentare e non diminuire, non potendole smaltire all’esterno.
Una nuova legge è in realtà auspicabile, perché questo tipo di situazione potrebbe portare ad una ulteriore conseguenza disastrosa, soprattutto per gli stati vicini: l’esportazione illegale.
I produttori, se non si provvede in tempi brevi a trovare una soluzione, hanno ben poche possibilità oltre le seguenti:
- Svendere il prodotto.
- Accumulare il prodotto in attesa di tempi migliori (anche se non si intravedono di certo all’orizzonte).
- Ricorrere al canale dell’esportazione illegale.
L’Idaho, Stato vicino, ha già mosso le sue rimostranze riguardo quest’ultima possibilità.
Ti stai chiedendo il perché?
Beh, la risposta è semplice: teme di essere letteralmente invaso da cannabis contrabbandata.
L’opinione mondiale sulla canapa
Il tema canapa, nel mondo, è da sempre oggetto di discussioni (soprattutto a livello politico, in cui a prescindere dalla nazione esiste spesso lo schieramento che in campagna elettorale userà il tema come cavallo di battaglia).
Purtroppo in genere si tende a sottovalutare quelle che sono le reali applicazioni e possibili benefici che si possono ottenere dalla marijuana, perché l’immaginario collettivo si ferma all’utilizzo tradizionale, cioè quello dell’inalazione.
In realtà solo esistono molteplici effetti benefici a livello salutare dall’utilizzo della marijuana, ma tutta una serie di applicazioni correlate a quella che è la pianta stessa, che la rendono una reale alternativa a una serie di problemi che affliggono il mondo.
I possibili impieghi della canapa (in alternativa all’esportazione illegale)
Le possibilità date dalla cannabis sono molteplici, e tutte positive, al punto che può realmente essere considerata una risorsa pulita ed eco-sostenibile. Vediamo insieme quali sono tali possibilità:
- Tessuti: con una resa produttiva più alta rispetto a quella del cotone, grazie ai moderni impianti si è potuto abbandonare la lavorazione manuale (che anni fa bloccò le produzioni perché invece, in questo caso, la produzione manuale è difficilmente sostenibile) ottimizzandone i possibili ricavi da parte delle aziende. Vogliamo inoltre ricordarti che la coltivazione stessa della cannabis è eco-sostenibile, perché richiede pochi fertilizzanti e pochi pesticidi. Viene considerata un’ottima alternativa sia alle fibre sintetiche che al cotone stesso.
- Vernici: oltre ad avere una qualità più alta rispetto alle vernici prodotti dal derivato del petrolio, non sono inquinanti, il che va ad aumentare l’eco-sostenibilità della canapa stessa. Gli imballaggi delle vernici tradizionali devono essere adeguatamente trattati prima dello smaltimento per non immettere nell’ambiente i residui, mentre con le vernici di canapa necessiterebbero di minori trattamenti.
- Carta: viene prodotta praticamente utilizzando gli scarti di lavorazione, perché una volta raccolti i semi ed estratta la fibra tessile rimane la parte legnosa, che dà la possibilità di ottenere una carta dagli standard qualitativi elevatissimi. La produzione di carta sarebbe adatta praticamente per ogni tipologia che il mercato richiede. Addirittura la carta ottenuta è già stampabile, risparmiando ulteriori trattamenti sulla catena industriale per renderla tale.
- Tavole: ottenute con i fusti, che vengono poi pressati e mescolati ad uno speciale collante, la canapa può essere anche una valida alternativa al legno.
- Materie plastiche: biodegradabilità è la parola d’ordine per le speciali plastiche ottenute dalla canapa. Basti pensare alla mole di rifiuti prodotti con i materiali plastici tradizionali dedicati agli imballaggi piuttosto che agli isolanti.
- Combustibili: ideale anche per la produzione del combustibile da biomassa che non avrà effetti negativi sull’ozono. Anzi: avrà un effetto positivo sulla quantità di anidride carbonica presente nell’atmosfera, perché prima la pianta la consumerà durante la sua vita, e in un secondo momento non ne emetterà durante la combustione stessa, a differenze dei tradizionali combustibili derivati dal petrolio.
- Cere, detersivi biodegradabili al 100%, sapone, cosmetici, lubrificanti sono solo alcuni degli altri eccezionali campi di applicazione della cannabis.
Ma non è tutto: la canapa può essere utilizzata anche nel settore dell’alimentazione.
Le potenzialità della canapa per la salute e la dieta
Si potrebbe scegliere di coltivare la canapa non solo per la pianta in se, ma per i semi.
I semi della canapa sono ricchi di proteine di qualità altissima, dall’elevato valore biologico e nutrizionale. Addirittura si pensa ai semi come rimedio alimentare nei Paesi in via di sviluppo nei quali vi è carenza di proteine.
L’olio che può essere ricavato dai semi di canapa ha un livello di qualità altissimo, può essere usato nella dieta alimentare umana e la sua correzione, anche perché serve nella prevenzione di malattie cardiovascolari.
Questa tipologia di olio può essere chiaramente utilizzato anche nella dieta vegana (inutile ricordare come quello del veganesimo sia un mercato in espansione).
Esiste un ulteriore beneficio per tutti nell’utilizzo dei semi di canapa nell’alimentazione, dato dal fatto che non contengono inquinanti, invece presenti ad esempio nel caso del pesce, sopratutto quelli dalle taglie grandi, come pesce spada o tonno).
I semi sono inoltre privi di glutine, il che li rende un’integrazione perfetta anche per i celiaci, che potranno consumare cracker, biscotti e pasta a base di farina ricavata da tali prodotti.
Il potenziale mercato della canapa in Oregon
Riflettendo quindi sui pressoché infiniti campi di applicazione della canapa, si può evincere come in Oregon la soluzione, seppur non a breve termine, potrebbe essere trovata.
Basterebbe pensare alla cannabis non solo come un prodotto dalle proprietà stupefacenti, ma come ad una risorsa con cui sostenere l’ambiente e l’economia stessa.
Il mercato in realtà è pronto per inglobare tutti le lavorazioni possibili con la canapa, perché l’opinione pubblica nel corso degli anni sta modificando la sua opinione, cominciando a conoscere appunto i reali benefici che può portare.
Ad esempio la stessa Comunità Europea ha individuato la canapa come una coltura decisamente interessante, ed è per questo motivo che sovvenzionerà sia i coltivatori che tutta la ricerca, per studiare nuovi prodotti e ottimizzarne i processi produttivi.
Paradossalmente nel mondo, al contrario di quanto successo in Oregon, la domanda è di gran lunga superiore all’offerta, nonostante alcune aziende abbiano incrementato notevolmente i fatturati grazie a questa “pianta miracolosa” (in alcuni casi anche del 500%).
Ci auguriamo che il tema di questa pianta dalle mille proprietà non venga abbandonato, ma che ne venga invece potenziato lo studio e la ricerca, affinché se ne possano sfruttare sempre più le sue infinite qualità.
Fonti
• https://www.dolcevitaonline.it/in-oregon-non-sanno-piu-dove-mettere-la-marijuana-prezzi-crollati-e-stop-alla-produzione/
• https://www.usidellacanapa.it/canapa/risorsa.php