Modificato il: 25/02/2020
Cosa dice la legge riguardo il consumo e la vendita di cannabis legale in Australia.
In Italia è consentito produrre marijuana light, grazie alla legge 242/2016 che regola queste pratiche. È consentito anche vendere questo prodotto: noi di legaldelivery.it, ad esempio, ci occupiamo della consegna a domicilio di cannabis legale a Milano, e abbiamo ottenuto fin da subito un grosso riscontro.
In altri Paesi, come l’Olanda, è possibile acquistare marijuana solamente in luoghi fisici autorizzati.
Ma cosa succede dall’altra parte del mondo, per esempio in Australia?
Scoprilo leggendo questo articolo.
La cannabis in Australia: dall’illegalità all’accettazione
In Australia dal 2016 è possibile utilizzare la cannabis a scopo terapeutico, ma non ricreativo.
La legislazione quindi è molto ferrea su questo punto e distingue tra 3 tipologie di realtà: canapa industriale, canapa medica e a scopo ricreativo.
Nei primi due casi ora è legale, mentre per il terzo non si è giunti ad una normativa.
Il traguardo di accettare la diffusione della cannabis legale terapeutica è stato un evento discusso negli anni, ma che paradossalmente, rispetto ad altri Paesi come per esempio l’Italia, non ha visto grandi contrasti o critiche.
Ma come si è giunti in Australia a legalizzare la cannabis medica?
Per capire la realtà che si lega a questo prodotto è importate ritornare indietro di qualche anno e valutare la connessione tra la canapa e il tessuto sociale di questo paese.
L’influenza della Gran Bretagna sui paesi del Commonwealth: l’utilizzo della canapa
L’Australia è da secoli parte integrante del Regno Unito e fa parte del Commonwealth Britannico. Tra i tanti, forse è la nazione che maggiormente ha risentito del suo legame con l’Inghilterra, una realtà che puoi notare anche per quanto concerne il suo rapporto con la cannabis.
Questo prodotto era molto utilizzato in Australia.
Nel 1800 erano numerose le coltivazioni al fine di servire l’industria britannica navale.
La canapa infatti era un materiale molto impiegato nella produzione di corde, tele e strumenti della vita quotidiana, spingendo in questo modo non solo la coltivazione ma anche la produzione di beni strettamente collegati ad essa.
Alla fine del secolo sia per la sua sostituzione con altri materiali come per esempio il cotone, sia per la campagna negativa nei confronti di questa pianta, la produzione della canapa iniziò a rallentare.
Come nel Regno Unito inoltre gli effetti ricreativi e psicotropi di questo prodotto erano ben conosciuto e iniziarono a essere condannati.
Ma i primi anni del ‘900 sono stati quelli più difficili per gli amanti della canapa. Infatti in questo periodo inizia la lotta che porterà nel 1928 al completo divieto di utilizzo della pianta in tutto il Commonwealth.
Inoltre nel 1940 venne ratificata una normativa che bandiva dall’Australia anche i che contenessero canapa. Infine nel 1967 il governo australiano ratificò la convenzione dell’ONU sulle droghe (includendo anche la canapa con il Narcotic Drugs Act).
La situazione sociale della canapa in Australia: la considerazione del danno
Alla base di queste normative vi è ovviamente una grande influenza da parte dell’Inghilterra.
Ricordiamo che dagli anni Venti la produzione della canapa era stata bandita dal regno e che nel 1973 la canapa, venne introdotta nel Drugs Act e considerata come droga ad alta pericolosità e nociva.
Il clima degli anni sessanta che si è protratto fino agli inizi del 2000 non ha fatto altro che evidenziare solo quelli che sono gli effetti negativi che l’assunzione della pianta poteva generare sul corpo umano.
Su questa scia anche in Australia la cannabis è stata introdotta tra le droghe, spingendo il governo a bandire il suo utilizzo su tutti e tre i livelli, quello industriale, medico e ricreativo.
L’effetto fu molto ampio, dato che l’assunzione del prodotto anche dal punto di vista illegale diminuì nettamente per tutto la fine del secolo e gli inizi del 2000.
Questo significava che se venivi trovato in possesso di marijuana anche solo per scopo ricreativo personale venivi non solo multato ma rischiavi il carcere.
A nulla valsero le prime testimonianze scientifiche che iniziarono a collezionarsi dagli anni ’70 soprattutto in Stati come il Nuovo Galles, testimonianze che dimostravano che l’utilizzo della pianta poteva avere degli effetti benefici.
Non solo in tutti i paesi del Commonwealth continuava ad essere bandita, ma vi era anche la convenzione internazionale che impediva qualunque modifica alla normativa.
Come si arriva all’accettazione della cannabis in Australia?
Con queste prospettive ti domanderai come si è giunti a rendere legale la cannabis medica in Australia.
Infatti come abbiamo detto precedentemente l’utilizzo della cannabis dal punto di vista salutare è stato ammesso. Il processo è avvenuto in fasi differenti, complice la nuova visione che si è avuta intorno a questa pianta.
Il primo decennio del 2000 è stato caratterizzato da uno strano fenomeno in Australia.
L’utilizzo di droghe e di sostanze come alcol tra i giovani è nettamente diminuito. Una ricerca del Guardian ha dimostrato che tra il 1999 e il 2015, la percentuale di teenager che facevano uso di questa sostanza, in via illegale, era scesa dal 15% al 4%, così come quella della percentuale di soggetti che utilizzano l’alcol, diminuita dal 69% al 45%.
Lo stesso si poteva dire per altre sostanze che erano considerate nocive come il tabacco.
La presenza di un mercato nero che comunque rimaneva in essere – anche se molto limitato – e la diminuzione del suo utilizzo, in concomitanza con le prove scientifiche che hanno dimostrato come gli effetti del THC possono essere limitati all’interno della canapa legale in Australia, hanno permesso di far evolvere la considerazione di pericolosità che era strettamente collegata a questo prodotto.
La cannabis quindi non viene più valutata come una droga nociva, ma si apre la prospettiva medica.
La normativa del 2016: la canapa per uso medico
Al di là delle notizie provenienti dal resto del mondo (in cui si sottolineava come l’effetto positivo del cannabidiolo sul corpo umano era reale), in Australia i primi studi sui benefici della cannabis furono effettuati nello Stato del Nuovo Galles.
Più di una volta da questa parte si era spinto verso una legalizzazione dell’utilizzo del prodotto soprattutto nel caso di malati terminali o soggetti affetti da epilessia e malattie autoimmuni.
Grazie all’alto contenuto di flavonoidi e di CBD, gli effetti medicali della cannabis legale erano evidenti.
Poteva essere utilizzata come analgesico, oltre a contribuire a uno stato migliore di salute dei soggetti sottoposti a chemioterapia.
Si era notata anche che aveva caratteristiche antispasmodiche e rilassanti che potevano essere applicate quindi per le convulsioni e all’epilessia, oltre che alla cura di stati problematici dovuti all’ansia o altri fattori psichici.
Si arriva così alla nuova normativa del 2016 nella quale si stabilisce non solo che è possibile la produzione di canapa a scopi industriali, ma anche a fine medici.
Questo secondo aspetto susciterà il tuo interesse, dato che ti domanderai se allora puoi andare in Australia e utilizzare la canapa come e quando vuoi.
Ma la realtà è più complessa.
Analizziamo con calma la normativa.
Le critiche e le polemiche dei malati
La legge sulla cannabis medica del 2016, che ha modificato di fatto il Narcotic Drugs Act del 1967, non ha portato perplessità nell’ambito della società Australiana.
Gran parte del popolo ha accettato come normale la possibilità di utilizzare un prodotto che per anni era stato parte integrante della storia del Paese.
Comunque le critiche ci sono state… Proprio da quei pazienti che ora grazie alla normativa possono utilizzare in Australia la canapa legale.
Tali critiche sono motivate dal fatto l’utilizzo terapeutico della della cannabis può avvenire solo previa consultazione del medico.
Quindi se sei in Australia e devi utilizzare la cannabis per curarti non puoi liberamente farlo acquistandola direttamente in uno store oppure online, ma devi prima andare dal medico, avere la sua consulenza ed ottenere un foglio di autorizzazione.
Questo da un punto di vista è una grande conquista ma ha fatto nascere una serie di problematiche. Infatti si sarebbe pensato che accettando la realtà medica della cannabis si considerasse l’utilizzo della canapa legale anche dal punto di vista ricreativo.
Invece la normativa del 2016 ha continuato a considerare la coltivazione e l’utilizzo della cannabis ricreativa illegale e soggetta a sanzioni.
L’applicazione della norma sul territorio Australiano
La normativa del 2016 è stata molto generica nel definire i campi di applicazione.
Dunque la Therapeutic Goods Administration, agenzia che dipende dal Governo australiano, ha lasciato libertà ai singoli stati di poter introdurre delle regole riguardanti la produzione e la commercializzazione della cannabis legale in Australia.
Tale realtà, anche se ancora non perfettamente regolarizzata, ha portato comunque gran parte degli Stati, a partire dalla Nuovo Galles, a predisporre una serie di normative che permettano quindi la coltivazione della cannabis non solo a fini industriali, ma anche medico.
In questo modo si è dato il via alla produzione e all’apertura di un nuovo mercato.
La nuova frontiera della canapa legale: 2018 l’apertura del mercato
La “limitazione” di utilizzo della cannabis legale in Australia non ha limitato l’apertura di un nuovo mercato.
Oggi il mercato australiano di marijuana terapeutica (in base alle stime della società Gran View Research) è pari a un miliardo di dollari USA e probabilmente, entro il 2025, toccherà i 55 miliardi di dollari, attestandosi tra le prime realtà al mondo.
Rimane sempre la problematica dell’uso ricreativo della cannabis.
Ma a scardinare le ultime leggi vi sono state l’apertura delle normative in USA negli Stati del Colorado e della California i quali sono stati i primi al mondo ad accettare questa nuova realtà.
Conclusioni
L’Australia è un paese in cui l’accettazione dell’utilizzo della cannabis dal punto di vista medico ha suscitato pochissime critiche rispetto ad altri Stati.
L’opinione negative legata alla pianta è ben presto passata in secondo piano, complice la connessione con il tessuto sociale e la storia collegata all’utilizzo di questo prodotto per secoli.
Però l’applicazione solo all’ambito medico viene spesso considerata una limitazione: infatti l’utilizzo della pianta a scopo ricreativo e la sua coltivazione sono illegali.
Ma alcuni pensano che questa realtà ben presto cambierà. Non solo le pene variano in base alla tipologia di quantità di cui si detiene, ma ormai molti stati stanno chiudendo un occhio su tale situazione, soprattutto se collegata a terapie per migliorare lo stato di benessere.
Il mercato della distribuzione è però iniziato a crescere con la creazione di centinaia di miglia di posti di lavoro.
Le aspettative per il 2019 di una normativa che scardini definitivamente le limitazioni della cannabis in Australia sono tantissime.