Modificato il: 25/02/2020
È possibile consumare e acquistare la marijuana in Cina?
Sei solito acquistare erba light a Milano o in altre città d’Italia e ora vuoi sapere a che punto è la legalizzazione nelle altre parti del mondo?
Nello scorso articolo ti abbiamo parlato della cannabis in Costa Rica, oggi ti parleremo invece della marijuana in Cina.
La Cina è un Paese di record. Primo al mondo per popolazione, con una delle culture più antiche e ricche del globo, culla di una civiltà tra le più affascinanti della storia, con pensatori vissuti migliaia di anni fa che vengono ancora studiati e applicati nei più disparati campi delle scienze.
Con un patrimonio culturale enorme, una delle economie più sviluppate al mondo, da decenni ormai la Cina attrae turisti e professionisti da ogni parte della Terra.
Proprio per la sua rilevanza a livello mondiale, il paese del kung-fu, della Muraglia Cinese, dei Palazzi imperiali e tanto altro non può restare indifferente alle nuove scoperte e alle riforme legislative riguardo la marijuana e la cannabis light.
La situazione della marijuana in Cina
A partire dal 2017 in Cina è legale produrre cannabis ma non è legale farne uso: l’interesse per il colosso dell’economia mondiale per la marijuana, infatti, almeno per ora è legato strettamente al mondo economico.
I profitti della cannabis, infatti, superano di gran lunga quelli di altre colture. Per ogni ettaro (10.000 metri quadrati) di cannabis, infatti, si ha un ricavo di 1.300 euro circa, a fronte di spese molto ridotte in quanto la pianta di marijuana non necessita di fertilizzanti.
La Cina ha preferito un approccio silenzioso al mondo della cannabis, anche per celare il fatto che le contraddizioni siano numerose.
Nel 2019, infatti, il Paese risulta essere allo stesso tempo il maggior produttore mondiale di marijuana (prima di Canada e Europa) e lo Stato con la legislazione più rigida a riguardo.
Le sanzioni per chi è scoperto in possesso di quantitativi superiori ai 5 kg di foglie lavorate, 10 kg di resina o 150 kg di foglie fresche, infatti, possono arrivare fino alla pena di morte.
Inutile dire che fino alla legalizzazione della produzione a scopo medico e industriale, lo Stato chiudeva un occhio sulle decine di migliaia di ettari coltivati nelle regioni interne del paese.
L’interesse per la cannabis nel Celeste Impero
La Cina sta mostrando un sempre maggior interesse nei confronti della marijuana e della sua lavorazione: basti pensare che degli attuali 600 brevetti sulla lavorazione di questo prodotto, 309 circa sono cinesi.
L’enorme spesa che il Paese sostiene per la ricerca scientifica, infatti, sta conducendo a esperimenti sulla pianta di marijuana come potenziale fattore di arresto alla desertificazione (specialmente nelle regioni del Gobi e dello Heilongjiang), oltre che per i suoi impieghi nel settore farmaceutico, tessile ed edile.
Per quanto riguarda, dunque, l’applicazione della cannabis al settore industriale, la Cina è all’avanguardia.
La stessa cosa, purtroppo, non si può ancora dire per quanto riguarda l’assunzione della marijuana a scopo ludico.
Secondo la legge della Repubblica Popolare della Cina, infatti, la marijuana continua ad essere considerata alla stregua delle droghe pesanti, come oppio ed eroina.
Per quanto la polizia raramente fermi turisti europei e americani in possesso o nell’atto di fumare dell’erba, cionondimeno le penalità previste per i cinesi sono tra le più rigide al mondo.
La cultura della cannabis deve ancora penetrare la quotidianità dei cinesi, la cui medicina tradizionale, tra l’altro fortemente incentrata sulle pratiche erboristiche, non dedica alla cannabis lo stesso rilievo che essa ha in Occidente.
Fumare in Cina: si può o meno?
Fumare cannabis o assumere prodotti derivati dalla marijuana nel Celeste Impero è assolutamente illegale.
Nonostante il paese veda, infatti, un fiorente mercato nero, essere scoperti in possesso di marijuana può comportare anche la reclusione e la polizia risulta essere particolarmente severa.
Oltre alle costanti retate che il governo periodicamente ordina, inoltre, vi è da considerare che, provenendo interamente dal mercato illegale, la cannabis che la popolazione solitamente fuma non è della qualità migliore.
Molto spesso le cime sono male essiccate e di bassa qualità, oltre ad avere contenuti di THC e CBD troppo variabili.
I cinesi, infatti, per lo più ricorrono all’hashish, la cui qualità, sebbene assolutamente sotto la media, permette di trarre gli effetti benefici connessi all’uso di marijuana senza correre il rischio di incappare in merce più che scadente.
Al turista è estremamente sconsigliato fumare in Cina: nonostante le forze dell’ordine raramente eseguano controlli sugli occidentali, le sanzioni sono comunque severe e potrebbero seriamente compromettere la tua permanenza nella Repubblica Popolare della Cina.
I numeri della marijuana in Cina
Non sono pochi gli esperti di politica e finanza cinese che comunicano previsioni molto rassicuranti per i cultori della cannabis.
Entro il 2020 il Paese potrebbe aggiornare ulteriormente la propria legislazione sulla marijuana, propendendo per una legalizzazione parziale o totale.
A far presagire una simile possibilità sono le ingenti previsioni di guadagno. Sempre entro il 2020 il mercato cinese della marijuana dovrebbe crescere fino ad una valutazione complessiva dei traffici di 15 miliardi di dollari.
Una cifra dinanzi alla quale il governo non può restare indifferente, arroccandosi su posizioni ormai inadeguate ai tempi.