Modificato il: 25/02/2020
Il consumo di cannabis è legale in California. Ma entro quali limiti? Scoprilo leggendo l’articolo.
Come ben saprai, in Italia dal 2018 è permessa la produzione e la vendita di canapa sativa light (la cosiddetta marijuana legale). Questo mercato è davvero fiorente, tant’è che le nostre consegne a domicilio di cannabis legale a Milano sono davvero richiestissime.
Negli altri Paesi del mondo la situazione è un po’ diversa: per esempio in Australia la cannabis è legale solo a scopo terapeutico, mentre negli USA sono più di 40 gli Stati che hanno adottato forme di legalizzazione della cannabis differenti tra loro.
Di questi solo il Colorado, Maine, Vermont, Massachusetts, Oregon, Washington, Nevada, Alaska e il distretto della Columbia con la capitale, hanno reso il consumo della marijuana libero, quindi sia per scopo terapeutico che ricreativo.
Dal 1° Gennaio del 2018, anche nello stato della California è possibile consumare la cannabis.
Se quindi ti trovi in una delle metropoli californiane come San Diego, Oakland o San Francisco, o vuoi partire in questo Stato, può esserti utile leggere attentamente le indicazioni presenti su questo articolo.
La legalizzazione della cannabis in California: una strada sofferta
La strada che ha portato a rendere la cannabis legale in California è stata abbastanza sofferta.
Un recente sondaggio di Gallup ha sottolineato come la percentuale degli americani che oggi sono a favore dell’utilizzo di questo prodotto in tutta la nazione supera il 67%.
Tale prospettiva è cambiata solo negli ultimi anni. Infatti poco tempo fa chi veniva trovato in possesso di marijuana per uso personale o medico veniva multato o addirittura incarcerato.
Ma come si è arrivata alla nuova legislazione?
La realtà della cannabis in California
Combattere il consumo della marijuana è stato molto complicato, anche se negli anni si sono applicate restrizioni e pene severe da parte dello Stato della California.
Infatti la cultura e l’utilizzo di questa pianta era strettamente legata alla realtà sociale del Paese, contribuendo a renderlo lo Stato con un maggior numero di coltivazioni illegali (anche se non tra i primi consumatori della cannabis).
In questa realtà le ricerche scientifiche a favore della cannabis hanno determinato una vera e propria rivoluzione. La marijuana non era più considerata solo come un prodotto nocivo, una droga da eliminare e collegata a un livello sociale basso, ma la sua applicazione portava benessere al corpo umano.
In particolar modo l’attenzione è stata posta sui vantaggi dei suoi effetti benefici sul cancro (specialmente quello al seno), per i malati terminali e per coloro che hanno malattie autoimmuni.
Si iniziava a riscontrare, inoltre, che effetti positivi dell’utilizzo della marijuana si rivelavano anche per i soggetti che vivevano forti situazioni di stress oppure problematiche di ansia e di difficoltà sociale.
Tali ricerche scientifiche hanno con tutta probabilità gettato le basi per il referendum del 2016 in California.
Che cos’è il referendum del 2016 sulla cannabis?
Prima ancora che si iniziasse a diffondere la nuova cultura sulla marijuana medica nel mondo, in California nel 1996 viene approvato la Proposition 215 nella quale si stabiliva che sarebbe stato possibile utilizzare la marijuana a fine terapeutico.
Per ottenerla era necessaria una prescrizione di un medico con la quale veniva rilasciata una particolare card.
Grazie ad essa ti potevi recare in uno dei pochissimi centri specializzati ed autorizzati nella vendita di prodotti che contenessero marijuana, per ritirarla.
Accettare che l’impiego della cannabis poteva portare effetti positivi sul benessere generale di un individuo era un passo molto importante (quello successivo ha poi determinato la liberalizzazione di questo prodotto).
Così in California, come in altri Stati, è stato indetto nel 2016 un referendum nel quale si chiedeva di decidere se potesse essere liberalizzata la produzione e la vendita della cannabis anche per uso personale e ricreativo.
Grazie al risultato dell’8 novembre del 2016, con il 57% dei voti, si è dato seguito alla Proposition 64 con la liberalizzazione della canapa.
Fumare erba in California, a scopo non solo medico ma anche ricreativo, è dunque consentito nel 2016. Ma come mai nel primo paragrafo abbiamo parlato di 2018?
La nuova normativa sulla marijuana in California
Dopo il referendum ci sono voluti quasi due anni per organizzare la distribuzione e la vendita della cannabis legale, permettendo a tutti i cittadini dello stato della California di acquistare la cannabis senza necessità di card medica e di prescrizione.
È stata istituita un’agenzia, la Bureau of cannabis control (Bcc) che ha il compito di fornire le licenze e valutare i requisiti di ogni negozio oltre ad effettuare un controllo specifico sui prodotti e le modalità di vendita.
Come funziona l’utilizzo della marijuana in questo Stato?
Ma come si fa ad acquistare la cannabis in California?
La vendita di marijuana avviene solo per i soggetti che hanno almeno 21 anni d’età.
Puoi rifornirti solo in negozi autorizzati dal Bureau ed il quantitativo che puoi acquistare per uso personale giornaliero è limitato a un’oncia (che corrisponde a circa 28 grammi… Mica male, no?).
Inoltre ti è permessa la coltivazione privata presso la tua abitazione fino ad un massimo di 6 piante di cannabis. Anche gli orari sono posti sotto uno stretto regime di controllo, dato che come nel caso dell’alcol, è vietata la vendita dalle 18 di sera alle sei del mattino.
Non solo è stata legalizzata la vendita della cannabis, ma la legge ha permesso anche l’introduzione di prodotti a uso alimentare che contengono marijuana e che possono essere venduti allo stesso modo all’interno degli store specializzati.
Integratori, biscotti, barrette e prodotti per lo sport che contengono il principio attivo della canapa sono ormai i nuovi brand del benessere (con un fatturato di milioni di dollari).
L’idea alla base di questa nuova realtà del benessere si fonda su una visione completamente innovativa. È quella di un percorso salutare in cui i prodotti della marijuana svolgono una funzione principale, contribuendo a rafforzare la tesi che l’utilizzo di questa pianta possa determinare effetti positivi sul corpo umano.
Dove puoi comprare erba a San Francisco, Miami e nelle altre città della California
Dopo un momento di difficoltà iniziale per ottenere le autorizzazioni necessarie al fine dell’apertura dei dispensatori di cannabis, i negozi sono comparsi abbastanza velocemente nelle principali città dello Stato.
Ma ancora adesso potresti avere alcune difficoltà a poter comprare la marijuana in alcune zone della California. Infatti anche se è accettata e legalizzata la produzione e la vendita della canapa, le singole contee sono lasciate libere di scegliere se adeguarsi oppure no alla normativa.
Una recente indagine effettuata dal Los Angeles Times ha portato ad evidenziare che un buon 70% del territorio californiano non è ancora coperto di negozi per la vendita della cannabis legale.
La causa principale è che vi sono molte difficoltà a ricevere le autorizzazioni da parte degli organi competenti. Inoltre a rendere le cose ancora più complesse vi è il fatto che in molte contee si è autorizzata la vendita solo con prescrizione medica e in altre non è ammessa né l’una né l’altra opzione.
Legalizzazione della cannabis in California: come e dove si può consumare la marijuana in questo Stato?
La normativa californiana ha posto anche dei limiti per ciò che concerne l’apertura dei negozi e il consumo del prodotto.
Nel primo caso si stabilisce che un canapa-shop deve essere distante almeno 180 metri da una scuola o un ospedale.
Inoltre è vietato fumare marijuana nei luoghi pubblici, nonché in zone in prossimità di ospedali e scuole. Infine non puoi assumere cannabis mentre sei alla guida di una macchina o di una moto.
Se in caso di controllo viene rilevata la presenza di più di 5 nanogrammi di THC per 1 millilitro di sangue, potrai subire una serie di sanzioni e il fermo.
È invece ammesso libero utilizzo nelle abitazioni private o nei luoghi di accesso limitato al pubblico.
L’impulso economico della marijuana
Grazie alla legalizzazione quest’anno vi sarà un grosso introito economico per lo Stato della California, in quanto viene applicata una tassazione del 15% sul prezzo del prodotto.
Secondo un’analisi effettuata dalla New Frontier Data, la quale studia lo sviluppo dell’industria della cannabis nel mondo, solo in California entro il 2020 si arriverà a un giro d’affari di quasi 7 miliardi di dollari (che corrisponderà al fatturato completo della vendita di cannabis avvenuta nel 2016 in tutti gli Stati Uniti).
Un mercato enorme ed immenso che in un certo qual modo ha dato nuovo impulso a questo settore.
Ancora oggi però sono molto limitati i numeri di negozi e dispensatori presenti sul territorio, complice le difficoltà che si sono incontrate a far accettare la nuova normativa all’interno delle singole contee.
Inoltre il problema che rimane sia in California ma anche nel resto degli Stati Uniti è il punto di partenza.
Infatti la cannabis, anche dopo che è stata legalizzata nella maggioranza degli Stati, continua ad essere definita a livello Federale una droga appartenete alla scheda 1, in cui sono contenute le sostanze pericolose e nocive per il corpo umano. La sua vendita e consumo può essere quindi soggetta a sanzioni e pene elevate.
Questo implica che per adesso le normative che rendono legale la vendita e l’assunzione si applicano solo nei singoli Stati e continuano ad esserci delle grosse limitazioni.
Un esempio può essere il trasferimento della cannabis anche tra due Stati in cui il suo utilizzo è depenalizzato.
Sarebbe necessario una presa di posizione da parte dello Stato Federale, come ipotizzato dall’accordo tra il Congresso e il presidente Trump alla fine del 2018 arenato e momentaneamente archiviato.
In ogni caso un passo avanti è stato fatto.
La legalizzazione della cannabis in California è un fattore importante che si innesta in un quadro più ampio. In maniera diretta o indiretta quasi tutti gli Stati stanno accettando una forma di legalizzazione della marijuana verso una completa liberalizzazione dei prodotti.