Modificato il: 25/02/2020
Ecco come agisce il CBD a livello cerebrale.
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Sappi che la cannabis light si differenzia da quella normale, psicotropa, per le basse concentrazioni di THC (tetraidrocannabinolo). L’erba legale, infatti, è una genetica selezionata appositamente per avere concentrazioni di THC inferiori al limite consentito dalla legge, ovvero lo 0,6%.
In tal modo la canapa sativa legale può essere liberamente coltivata e commercializzata. Il principale motivo per cui spesso il consumo di cannabis light è addirittura consigliato riguarda i suoi effetti positivi sull’organismo, in particolar modo sul Sistema Nervoso Centrale, il cervello.
E tali effetti sono dovuti al CBD, il cannabinolo, contenuto in elevate percentuali nelle infiorescenze.
Il CBD, cannabinoide miracoloso.
Il CBD (cannabidiolo) è il cannabinoide presente in maggiore quantità nella marijuana light: si tratta di uno dei metaboliti della cannabis che è stato più studiato negli ultimi anni proprio per le sue proprietà quasi miracolose.
I cannabinoidi sono prodotti dal sistema endocannabinoide presente nel nostro organismo. Il sistema endocannabinoide, scoperto nel 1992, si occupa della produzione di anandamide (una sostanza simile all’endorfina).
Se il THC si è rivelato particolarmente utile per i soggetti sottoposti a cure oncologiche, specialmente per combattere nausea, vomito e dolori collegati alle sedute di chemioterapia, il CBD è risultato un efficace neuroprotettore, fondamentale per la protezione e il corretto sviluppo delle cellule neuronali.
Tra le innumerevoli applicazioni del CBD, molte sono legate alla sua funzione regolatrice sul sistema nervoso, sia come eccellente anticonvulsivante, specialmente per i casi di morbi epilettici infantili, sia come antagonista dei recettori degli oppioidi, tale da risultare un efficace cura contro dipendenze indotte da quelle sostanze.
Vediamo nel dettaglio di cosa è capace la molecola di CBD.
CBD: recettore parziale 5-HT1a
Nel volume 30 del Neurochemical Research del 2005 è stato messo in evidenza come il CBD sia un recettore parziale 5-HT1a, ovvero svolga un ruolo attivo nella produzione e nella regolazione di dopamina e serotonina.
Questo lo ha portato ad essere considerato un ottimo rimedio contro depressione e un eccellente ansiolitico.
Infatti la serotonina e la dopamina sono due dei principali neurotrasmettitori connessi al controllo dell’umore. La dopamina è connessa al sentimento di euforia, al senso di ricompensa e alla creatività, mentre la serotonina è coinvolta nel controllo dell’ansia e del panico.
Come ricettore parziale 5-HT1a, inoltre, il CBD risulta essere un efficace neuroprotettore.
CBD: Modulatore allosterico μ-oppioidi e δ-oppioidi
Come modulatore allosterico μ-oppioidi e δ-oppioidi, ovvero capace di intervenire direttamente sul metabolismo di alcune sostanze (in primis la morfina), il CBD risulta essere un efficace rimedio alla dipendenza da tali sostanze.
Sebbene non ne sia un antagonista puro, come il Naloxone, per cui non risulta essere efficace in caso di overdose da oppioidi, il CBD è capace di ostacolarne parzialmente il legame con i recettori, in modo da disabituare gradualmente l’organismo alla loro assunzione.
Questa sua funzione, se viene considerato il fatto che il CBD ha anch’esso proprietà analgesiche, ne hanno favorito la diffusione come antidolorifico più blando da assumere successivamente a cure che hanno previsto oppioidi.
CBD contro ansia, panico e problemi psico-somatici
Vista l’azione sulla regolazione di dopamina e serotonina, il CBD si è dimostrato un efficace rimedio contro i disturbi psico-somatici indotti da situazioni di nervosismo, stress e poco riposo.
Non soltanto si tratta, dunque, di un metabolita capace di restituire una sensazione di tranquillità, pace e serenità, combattendo tutti i sintomi dell’ansia, del panico e del nervosismo, ma ne cura anche le conseguenze.
Il CBD svolge, infatti, oltre ad un importante azione sul cervello anche una non meno rilevante funzione di regolazione sul battito cardio-respiratorio e sulla pressione sanguigna, oltre a stimolare l’appetito.
A proposito di appetito… Leggi la nostra ricetta della pizza alla cannabis light!
L’importanza del metabolita non psicoattivo è fondamentale anche per i consumatori della tradizionale cannabis, in quanto non solo permette agli effetti del THC di modularsi su tempi maggiori piuttosto che concentrarsi in un unico periodo.
Inoltre combatte gli effetti negativi del THC (accelerazione battito cardiaco e aumento della temperatura corporea) e permette di regalare ai consumatori tutti gli effetti piacevoli riassunti nell’espressione “high”.
Come se non bastasse…
Non volendosi limitare esclusivamente all’azione sul Sistema Nervoso Centrale, il CBD sarebbe in grado di bloccare il gene Id-1, responsabile della diffusione metastatica del tumore al seno. A dimostrarlo sono stati prima i ricercatori del California Pacific Medical Center Research Institute nel 2007 e poi, successivamente, dall’Università di Rostock.
L’azione antinfiammatoria e antiossidante del CBD risulta essere anche un ottimo rimedio alle emicranie e ai dolori cronici dei quali in molti soffrono.
Si tratta a tutti gli effetti di un rimedio a tutto tondo contro molti dei malesseri che periodicamente colpiscono l’uomo moderno, spesso soggetto a stress e sovra-stimolazione da parte dell’ambiente che quotidianamente vive.
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