Modificato il: 25/02/2020
Acquisto e consegna a domicilio di cannabis in Regno Unito: è ancora illegale? Scopri cosa dice la legge.
Ti stai chiedendo dove è legale l’erba in Europa e nel resto del mondo?
Hai aperto il sito giusto, in quanto ci occupiamo di consegne di cannabis legale a Milano.
Oggi, dopo aver visto i casi della canapa in Italia e della legalizzazione della marijuana in Alaska, ci concentriamo sulla situazione del Regno Unito.
Cannabis in Regno Unito
La marijuana ancora oggi continua a dividere il mondo e i Governi. È una pianta che ha una storia antichissima ma che per alcuni dei suoi aspetti viene considerata da alcuni Stati (e in particolare quelli di cultura anglosassone) altamente dannosa, e comparata con le droghe più pericolose e vietate.
L’apertura alla commercializzazione della canapa legale è qualcosa che si sta acquisendo solo negli ultimi tempi e con grande difficoltà.
Se da un lato l’Italia si è adattata alla nuova realtà aprendo i mercati alla diffusione della cannabis per uso medico e della marijuana light, in Paesi come per esempio il Regno Unito si discute ancora su quella che può essere la sua liberalizzazione per attività mediche e ricreative.
Una realtà che vede una contraddizione di fondo, dato che da un lato sono legalizzati farmaci con principi attivi della marijuana e dall’altra continua a persistere la definizione di essere una droga illegale.
Le cose pian piano stanno cambiando e già nel 2018 sulla scia della campagna che ha influenzato tutto il mondo sembra esserci una nuova apertura.
Ma qual è la legislazione odierna nel Regno Unito? Nel caso in cui tu sia un utilizzatore di cannabis cosa devi fare se ti rechi per dei giorni in Inghilterra? Quali sono i rischi a cui vai incontro?
Sul nostro sito troverai tutte le informazioni necessarie al fine di comprendere la legislazione di marijuana in questo Paese.
Cannabis, una realtà innestata nella storia del Regno Unito
Per comprendere la legislazione odierna e le difficoltà di raggiungere una forma di regolamentazione, devi considerare come nel Regno Unito la cultura della canapa sia strettamente collegata al tessuto sociale.
Basta che osservi la storia di questo prodotto e come sia stato parte integrante di un’economia legata a due mondi: la terra e il mare.
Le contraddizioni iniziano con l’utilizzo della canapa che si innesta nella realtà quotidiana della vita dei britannici.
Infatti già all’epoca di Enrico VIII e quindi nel 1500 questa pianta era parte integrante della vita e collegata all’industria navale e al suo sviluppo. Le coltivazioni sul territorio anche se molto diffuse, come oggi, erano però insufficienti, portando quindi a importare il prodotto da altri Paesi.
La canapa nel Medioevo al 1800
Per tutto il Medioevo e fino agli inizi dell’ottocento la canapa continuò a essere un prodotto molto utilizzato. Con questa pianta si producevano diversi prodotti, per esempio grembiuli, lenzuola, sacchi, corde per le navi e rete da pesca.
Inoltre agli inizi dell’Ottocento iniziò ad aumentare anche quello che era il consumo personale della cannabis sfruttando gli effetti rilassanti e psicotropo della sostanza.
Se fossi stato un abitante della fine dell’Ottocento non avresti avuto problemi ad entrare in uno dei locali per fumatori di marijuana e altre tipologie di sostanze.
Infatti nell’Inghilterra dell’inizio del secolo le caratteristiche della pianta erano ben conosciute anche se non si fondavano ancora su basi scientifiche.
A contribuire allo sviluppo del lato ricreativo della marijuana vi era non solo la presenza di piccole coltivazioni sparse su tutto il territorio, ma anche dall’importazione dai paesi appartenenti all’impero.
Cosa è successo alla Canapa nel 1900?
Il declino del suo utilizzo è stato strettamente collegato sia alla sostituzione di questo prodotto con altri, come per esempio la carta e le fibre sintetiche, ma soprattutto alla campagna sugli effetti psicotropi negativi del prodotto, che iniziò negli anni ’20 e perdurò per tutti il 1900.
Il Regno Unito non solo si pose sulla scia delle idee americane secondo cui la marijuana era considerata pericolosa, ma vi fu anche una vera e propria forma di visione culturale negativa del prodotto.
Così come in America veniva associata a quei soggetti che cercavano di contrastare il governo e che inneggiavano alla fine della guerra e alla pace, nel Regno Unito si iniziò a collegare l’utilizzo della canapa agli strati sociali più bassi e ai soggetti provenienti dalle parti più arretrate dell’impero come l’Africa.
La prima legislazione della canapa in Regno Unito: il Misuse Of Drugs Act
Il culmine della lotta contro la produzione di marijuana e quindi alla creazione di una serie di norme apposite si è avuto con il Drugs Act.
Tale normativa classificava le droghe in tre categorie, A, B, C, in base alla pericolosità. Inizialmente la canapa era inclusa in quelle a bassa pericolosità.
Con l’inasprimento delle norme si introdusse sia il cannabinolo che il termine canapa nelle droghe di classe B e quindi quelle pericolose alla salute e che possono portare danno alla stessa.
Quindi dopo il 1973 in Gran Bretagna se utilizzavi la canapa o la vendevi potevi essere arrestato. La normativa ha incrementato la lotta contro il suo utilizzo con un netto rallentamento della produzione.
Ma la realtà dei fatti era un controsenso.
Il numero di soggetti che in Gran Bretagna continuava ad utilizzare la cannabis invece di diminuire continuò ad aumentare.
Basta considerare che nel 2017 erano circa 2,5 milioni gli individui che ne facevano uso, alimentando un mercato nero molto fiorente.
Questa situazione ha portato il Governo Britannico a dover fare delle nuove scelte ed aprire quindi le porte alla diffusa mentalità di una valutazione della cannabis anche dal punto di vista medico.
Infatti basta ricordare che in tutto il mondo gli anni dal 2016 al 2018 sono quelli in cui la campagna sugli effetti positivi della cannabis hanno portato sempre più Governi nel mondo ad accettare il suo consumo a uso medico e legalizzarlo.
Il Regno Unito verso nuove prospettive normative: le proteste delle associazioni dei malati contro il proibizionismo della marijuana
A questo punto ti domanderai quale potesse essere il problema di accettare la cannabis medica anche nel Regno Unito.
Mezza Europa l’ha accettata e perfino gli Stati Uniti si sono decisamente ammorbiditi nella sua diffusione.
Inoltre a contribuire a questa nuova spinta sono sempre di più le associazioni a sostegno dei malati. Queste negli ultimi anni hanno sfidato il Governo Britannico chiedendo una nuova legislazione e una valutazione aggiornata degli effetti della cannabis dal punto di vista medico.
Su tutto il territorio della Gran Bretagna si sono diffusi persino centri definiti Cannabis Social finalizzati non alla commercializzazione del prodotto ma alla cultura dello stesso, rompendo gli schemi caratteristici dei preconcetti che per più di un secolo sono statati strettamente legati alla visione della pianta.
Il problema che ha rallentato un cambiamento della legislazione era strettamente collegato alla contraddizione di base: se da un lato vendita e la coltivazione di cannabis per uso medico era considerata illegale, l’uso terapeutico invece è legale.
Potresti a questo punto essere confuso e domandarti come fa a essere una realtà in contemporanea legale e illegale.
La soluzione è semplice.
La marijuana rimane illegale per l’utilizzo medico, quindi non può essere prescritto come tale, ma viene accettata invece la vendita del prodotto dal punto di vista farmaceutico, con la creazione di soli due farmaci che sono considerati approvati e quindi utilizzabili: il Sativex e il Nabilone.
L’apertura a alla cannabis medica
Il Sativex è un farmaco utilizzato non solo in Gran Bretagna ma in tutto il mondo per gli effetti benefici che ha sui malati di sclerosi multipla.
Il problema è che se vuoi acquistarne una confezione il costo del prodotto è molto elevato. Sulla spinta però dei risultati che un farmaco che utilizza i principi attivi della marijuana ha riportato in tutto il mondo, si è cercato di modificare la legislazione riguardante l’utilizzo della stessa anche a fine medico.
La difficoltà normativa era sempre collegata alla classificazione prevista nel Drugs Act.
Ma nel 2001 un nuovo decreto legislativo ha modificato tale divisione, suddividendo le sostanze controllate in 5 tabelle. La cannabis è stata introdotta nella prima di queste, che comprende le sostanze non destinate a uso medico terapeutico.
Anche se si era fatto un passo in avanti, la cannabis medica continuava a non essere riconosciuta e se venivi trovato in suo possesso rischiavi una serie di sanzioni economiche e anche il probabile arresto.
Questo però non ha fermato gli inglesi dal fare consumo di marijuana.
Così nel 2016, sotto la spinta mondiale delle nuove frontiere dell’utilizzo della cannabis, l’Agenzia per il controllo dei farmaci ha richiesto nuova normativa riguardante la vendita e la produzione.
1° novembre 2018 – Una svolta nella legislazione sulla cannabis in Regno Unito
Finalmente un passo avanti nella legislazione Britannica sull’utilizzo della cannabis dal punto di vista medico è stato effettuato con la normativa del 1° novembre 2018.
Infatti i prodotti medicinali a base di cannabis sono stati spostati dalla scheda 1 (il quale non li considerava sostanze a base medica) alla scheda 2, secondo la quale i medici possono prescriverli per alcune forme di terapie.
L’evento ha delle conseguenze che hanno rivoluzionato tutto il tessuto sociale e le realtà collegate alla cannabis.
Infatti prima di questa normativa l’uso della cannabis era un reato in Inghilterra. Se quindi eri uno di quei soggetti che la utilizzava a scopo terapeutico, in caso in cui venivi trovato in possesso di tale sostanza, potevi essere soggetto a multe molto pesanti e in alcuni casi anche all’arresto e la reclusione fino a 14 anni.
Le pene variavano in base alla quantità di sostanza che possedevi, all’utilizzo che ne facevi e al luogo in cui ti trovavi.
La normativa vigente invece ha depenalizzato l’uso personale di cannabis, la quale deve essere comunque consumata per uno personale e in un ambiente privato, ma non è più illegale.
Potrebbe sembrare solo un piccolo passo, e forse per adesso è così, ma ha innescato una serie di conseguenze.
L’era della cannabis nel Regno Unito
L’accettazione da parte del Chief Medical Officer di considerare la cannabis come un prodotto che può avere degli effetti benefici e vantaggiosi sulla salute dell’individuo era ciò che moltissimi sudditi della Regina stavano finalmente aspettando.
Infatti questo ha permesso di aprire le porte alla diffusione della cannabis medica e allo sviluppo di centri e negozio che possono permettere la vendita e la sua diffusione nel territorio.
Un mercato che ha già spinto molti investitori a costruire dei veri e propri mega-store all’interno della City di Londra nei quali poter commercializzare il prodotto.
L’unico limite, che si spera verrà alla fine sorpassato è che il consumo della cannabis medica continua ad essere strettamente collegato alla prescrizione e alla consulenza di un medico.
Mentre molti paesi, compresi l’Italia e anche gli Stati Uniti, hanno posto attenzione su quella che fosse la necessità di una regolamentazione della Cannabis medica, la Gran Bretagna ancora oggi rimane arroccata su una situazione molto imprecisa e contraddittoria.
Da un lato si è accettato che i principi attivi della cannabis siano utili in campo medico (e da anni si è permesso la commercializzazione da parte dell’industria farmaceutica di farmaci a base di essi), dall’altro l’utilizzo della marijuana è sempre collegato alla prescrizione medica e quindi sottoposta a una consulenza e non alla libertà di scelta del soggetto.
La Gran Bretagna si trova quindi insieme a quei Paesi che nel 2019 anche dopo le continue ricerche e dimostrazioni scientifiche dei vantaggi della cannabis medica continuano ad essere molto restii alla liberalizzare.
La nuova normativa del 2018 non ha portato a una vera e propria regolamentazione del prodotto che rimane in un vero e proprio limbo normativo.