Modificato il: 25/02/2020
Italia e marijuana legale, ecco la cronistoria per ripercorrere i principali fatti del 2019.
Ordini spesso marijuana light a Milano a domicilio e ti stai fortemente interessando a questo prodotto, tanto che vorresti conoscere gli ultimi sviluppi sulla marijuana legale in Italia. Effettivamente nell’ultimo anno c’è stata una grossa, grossissima confusione a riguardo, a partire dal polverone scatenato dal Ministro dell’Interno Salvini.
Tra sentenze a favore della vendita di canapa sativa depotenziata e sentenze contrarie – o così pare -, emendamenti approvati ma poi non confermati e tanto altro ancora… Potresti non aver ben chiaro il quadro della situazione.
Oggi ti aiuteremo a comprendere esattamente cosa è successo in questi ultimi mesi affinché tu possa capire la condizione odierna della canapa light nel nostro Paese.
Iniziamo in ordine cronologico.
Salvini va contro la canapa legale (ignorando le vere droghe)
Il problema della legislazione sulla canapa light è il vuoto normativo che si è creato intorno a questo prodotto. Secondo la legge 242/2016 è possibile coltivare piante di cannabis light (con THC inferiore allo 0,5%) e commerciarle per vari scopi, tra cui il florovivaismo.
Il testo però non proibisce né esplicitamente né implicitamente il commercio per altri scopi, ma semplicemente elenca quelli che sembrerebbero degli esempi. Oltretutto in nessun punto si trova scritto che vendere infiorescenze di marijuana light sia proibito.
In seguito alla legge 242/2016 sono quindi nati diversi negozi di cannabis light che commerciano infiorescenze e altri prodotti derivati dalla pianta di canapa, tra cui quelli a cui ci appoggiamo per il nostro servizio di consegna di marijuana legale a Milano.
Cos’è successo però durante il Governo Conte I, quando il Ministro dell’Interno era (ancora per poco) Matteo Salvini?
Durante la prima settimana di maggio 2019 ha iniziato, chissà per quale motivo, la sua campagna contro la cannabis non psicotropa, demonizzandola come se rappresentasse il male e la rovina dei giovani. In realtà questo settore dà lavoro a centinaia di migliaia di persone in Italia (e i prodotti non sono assolutamente psicotropi né possono causare dipendenza) ma tale consapevolezza non ha fermato la sua crociata.
Sebbene prima la Cassazione non andava contro la cannabis legale in Italia, ha poi cambiato rotta da quando Salvini ha annunciato di voler chiudere tutti i negozi ad essa dedicata.
Tanto che in una sentenza del 30 maggio 2019 troviamo le seguenti parole:
Tale sentenza, quindi, condanna la vendita di infiorescenze, oli e resina ottenuti dalla canapa.
La conseguenza della sentenza contro la canapa del 30 maggio 2019
In seguito alla sentenza che hai potuto leggere poc’anzi, sono stati disposti numerosi sequestri di prodotti a base di cannabis light ed è stata imposta la chiusura di diversi negozi.
Il 3 giugno sono stati sequestrate boccette di olio CBD, infiorescenze, tisane e altri articoli a un negoziante di Rapallo, in provincia di Genova. Ma il commerciante non ha accettato mestamente il provvedimento: si è fatto difendere dall’avvocato Salvatore Bottiglieri, il quale aveva fatto ricorso al Riesame.
È stata una mossa davvero vincente in quanto i giudici del Riesame hanno disposto la restituzione dei prodotti.
Come mai?
Proprio per via del vuoto normativo, che non definisce quale siano le quantità di THC che rendono una sostanza psicotropa. Solo una circolare del Ministro dell’Interno risalente al 2018 definisce psicoattivi i fiori che presentano THC superiore allo 0,5%.
Ma i prodotti del negoziante di Rapallo non superavano tale percentuale; in caso di dubbio, comunque, le Autorità avrebbero dovuto sequestrare non tutti i prodotti bensì solo alcuni campioni destinati ad analisi.
Comunque sia, da quando Salvini non è più Ministro la crociata contro la marijuana light si è decisamente placata. Anzi: l’attuale Governo Conte II sembra sia propenso a regolamentare la vendita della marijuana light anche sotto forma di fiori, resina e altri prodotti derivati.
Il Governo Conte II e gli emendamenti pro-marijuana light: il primo flop del 30 novembre 2019
Era da tempo che il senatore Matteo Mantero, appoggiato da numerosi altri politici appartenenti al Movimento 5 Stelle, al PD e a Liberi e Uguali, annunciava di voler finalmente regolamentare e favorire il commercio di infiorescenze, resina e oli derivati dalla cannabis light.
Il 30 novembre 2019 dovevano essere presentati in Commissione di Bilancio due emendamenti pro marijuana legale, ma così non è stato. Quel giorno Mantero non era nemmeno presente, e degli emendamenti nemmeno l’ombra.
Pare che i motivi di questo flop derivino dal timore di una propaganda politica da parte di Salvini, il quale potrebbe approfittare subito della situazione per aizzare tantissimi contro il governo.
Mantero si è scusato con tutti i commercianti e i lavoratori legati al settore della marijuana light, promettendo che non sarebbe finita lì. E la promessa è stata mantenuta.
Il senatore Matteo Mantero pro marijuana legale: la svolta del 12 dicembre 2019
Finalmente il 12 dicembre 2019 è stato presentato ed approvato il sub-emendamento pro marijuana light alla Commissione di Bilancio.
Loredana De Petris e Paola Nugnes (Liberi e Uguali), Monica Cirinnà e Daniela Sbrollini (PD), Francesco Mollame e Matteo Mantero (M5S) hanno sottoscritto la proposta che aggiunge una clausola alla legge sulla marijuana light, ovvero la possibilità di vendere fiori, resine, radici e foglie di canapa con quantità di THC inferiori allo 0,5%.
Abbiamo cantato vittoria, sembrava finita, e invece non è così. Infatti il sub emendamento, che sarebbe entrato in vigore dal 1 gennaio 2020, doveva essere approvato definitivamente pochi giorni fa. Ma così non è stato.
Emendamento pro marijuana light? Di nuovo rimandato.
Il 16 dicembre 2019 il settore della canapa ha subìto un’ulteriore batosta. La presentazione in Senato del maxi emendamento (che comprendeva anche la clausola sulla marijuana light approvata il 12 dicembre) ha visto la bocciatura di alcune proposte. E tra queste vi è anche il sub emendamento che avrebbe dato una svolta al nostro settore.
Bada bene: tale bocciatura potrebbe non essere definitiva, ma rimanda ulteriormente la regolamentazione di un prodotto che dà da mangiare a tantissime famiglie qui in Italia. E sappiamo bene che il nostro Paese non si trova di certo in una situazione economica ottimale.
Ecco cosa afferma l’avvocato Giacomo Bulleri a riguardo:
“Si tratta di una valutazione politica e non tecnica, in quanto l’emendamento era conforme alle esigenze produttive e industriali dello stato, rappresenta uno strappo istituzionale.”
Non abbiamo ancora perso le speranze, e attendiamo nuovi positivi risvolti per il nostro importante settore.